È un film che può spiazzare più di uno spettatore quello che Daniele Gaglianone ha deciso di dedicare al sempre più complesso tema dell'integrazione dei cosiddetti extra-comunitari. Perché sin dall'inizio, quando vediamo 'microfonare' (come si dice in gergo) gli studenti del corso veniamo volutamente disorientati. Pronti come siamo a vedere un film di finzione siamo costretti ad accorgerci che la finzione c'è ma è tutta concentrata nel sempre più bravo Valerio Mastandrea che 'fa' il docente. Tutti gli altri sono veri immigrati ognuno con i propri problemi e le proprie aspettative. Gaglianone ha deciso di puntare tutto su questo doppio registro quasi ci volesse ricordare da un lato l'impotenza del cinema nell'affrontare e risolvere problematiche che lo superano e dall'altro la necessità, per chi il cinema lo fa, di non sottrarsi mai alla realtà per rifugiarsi in un mondo in cui l'autoreferenzialità rischia di fagocitare tutto.