Regista teatrale scozzese di larga fama, Doyle mette in scena una sceneggiatura originale del commediografo Premio Pulitzer Horton Foote, anche premio Oscar per lo script di Tender Mercies - Un tenero ringraziamento, dirigendo con stile una compagnia di attori di prima grandezza come Colin Firth e Ellen Burstyn. Nel film, tuttavia, si nota una discrepanza tra l'aderenza alla realtà contemporanea, la rappresentazione ambientale - molto azzeccata, comunque, la scelta di dare un'importanza di primo piano alla vecchia casa di Georgiana, quasi un simbolo del tempo che fu - e la presentazione di una idea che faccia riflettere sulle cause. E così che il funzionamento si inceppa tra la metafora, Durham come città-modello di un nuovo sistema-mondo, e l'amore per le storie raccontate.
Corretto, ma un po' inerte, Main St. - L'uomo del futuro passa dunque per la proverbiale occasione sprecata, soprattutto alla luce dei materiali, script e reparto attori di primo piano. Finale decisamente brusco e un po' irrisolto.
I residenti di una piccola cittadina nel Nord Carolina, colpita da una grave crisi economica dopo anni di fiorenti guadagni ottenuti grazie al tabacco, conducono un’esistenza tranquilla e senza troppi problemi. L’arrivo di un misterioso straniero con un controverso e potenzialmente pericoloso piano per salvare la città dal fallimento sconvolge gli equilibri della vita cittadina e modifica profondamente i rapporti fra gli abitanti…