Accantonato sbrigativamente il confronto, dunque, ci si ritrova di fronte a un film essenzialmente rivolto a un pubblico adolescente, che rinuncia alle citazioni di genere di cui si è sempre fatto bello (e non è un modo di dire) il fumetto, e punta tutto sul rapporto tra il protagonista e la sua spalla, Marcus, interpretata con brio da Sam Huntington.
Nonostante sia il frutto di mille riscritture, o forse proprio per questo, la trama non riserva sorprese, al punto che in più occasioni lo spettatore si ritrova ad attendere pazientemente il suo intuibile e previsto svolgimento, e tecnicamente un episodio standard di Buffy è migliore, ma il tono è scanzonato e tutto converge al fine ultimo del protagonismo assoluto di Brandon Routh. I suoi muscoli esagerati e la sua aria da studentello imberbe non giovano all'identificazione con il personaggio di partenza ma, se si dimenticano il titolo del film e l'ispirazione, la sua prova allora non è da buttare: se non altro non sgomita troppo per avere il centro della scena. Astenersi fan.
Dylan Dog ha smesso di fare l’Indagatore dell’incubo e, per sancire con ancor più decisione il suo proposito di staccarsi dalla sua vecchia vita, si è trasferito da Londra a New Orleans. Si troverà però invischiato in un nuovo mistero quando verrà contattato da Elizabeth Ryan, una giovane decisamente affascinante che sostiene che suo padre sia stato ucciso da un vero mostro…