Sotto il nome collettivo di The Vicious Brothers, Colin Minihan e Stuart Ortiz esordiscono al cinema con un titolo che unisce due vere e proprie ossessioni dell'horror, l'una decisamente contemporanea, l'altra vecchia come il genere. La prima, la più manifesta, è quella per il "found footage movie", sottofilone a sé e metodo di racconto che da The Blair Witch Project - Il mistero della strega di Blair a Paranormal Activity passando per Rec costruisce storie mediante l'escamotage del filmato ritrovato. La seconda, invece, è riconducibile a quel macrotema delle dimore stregate che dal muto arriva fino a Il mistero della casa sulla collina: citato, da un punto di vista visivo, nell'ultima sequenza e soprattutto nell'inestinguibile espediente di chi accetta di trascorrere la notte in un luogo maledetto. Dopo una prima parte più didascalica in cui lo spettatore conosce i vari personaggi quali perfetti esempi di quel mondo della mistificazione che è la televisione, il sopraggiungere dell'elemento soprannaturale porterebbe la pellicola in territori fin troppo noti se non fosse per un'invenzione che ha il merito di confondere il gioco delle attese. È proprio il tetro Collingwood Psychiatric Hospital, infatti, a salvare il film dalla mancanza di spunti originali, divenendo d'un tratto un labirinto diabolicamente capace di mutare forma e costituirsi corridoio per corridoio man mano che la sventurata combriccola lo percorre. Nella scelta di abbandonare la traiettoria più "realistica" - propria di altri "filmati ritrovati" - per una in cui il passato e il presente si toccano partorendo una nuova dimensione, ESP - Fenomeni paranormali si colloca un po' al di sopra di altri titoli similari, grazie anche a qualche buona efferatezza e ad un finalissimo beffardo che fa pensare.