Quelle di cui sopra sono solo alcune delle 'parodie' di cui è costellato il film di Ezio Greggio che torna alla regia dopo Il silenzio dei prosciutti vedendosi riconosciuta la possibilità di pre-aprire la Mostra di Venezia del 2011. Greggio è un indiscutibile entertainer televisivo di livello nonché un bravo attore, come ha dimostrato in Il papà di Giovanna di Pupi Avati. Come tale ha bisogno di qualcuno che gli offra dei testi validi o che ne diriga l'espressività efficace quando misurata. Non è ciò che accade in questo film la cui prima proiezione mondiale ha ottenuto il surreale esito di applausi alla fine di ogni episodio che seguivano però un pressoché totale deserto di risate. Perché il livello delle battute può essere esemplificato dal riferimento a "un'accolita" (episodio mix tra Il Codice Da Vinci e Uomini che odiano le donne) per far replicare a Greggio/dottor Strong/Stronz:: "Non hanno la colica. Stanno bene".
Ogni gag è come se si trascinasse dietro la zavorra (ahimé pesantissima) della prevedibilità. Fino a quando non si innesta la deriva di una battuta indecente come è quella (riferita a una sorta di Gollum) "Dove avete preso quella bestia? A Chernobyl?". Ci sono dei limiti che non andrebbero mai superati neanche quando ci si attribuisce il salvacondotto della parodia. I 5 milioni di euro spesi si vedono sul piano tecnologico. Sarebbe stato bene spenderne una parte in una revisione della sceneggiatura che verificasse la tenuta di questo patchwork da cui lo spettatore (non il critico ma proprio lo spettatore) esce con il dubbio che l'indice medio che più volte campeggia nel film sia rivolto a lui.