Tuttavia, la regia affidata a Gilles Béhat, che ha diretto una stagione di Paris Enquête Criminelle, manca di sobrietà, ci propone dei cliché consolidati lasciando poco spazio all'immaginazione. Anversa e Lussemburgo sembrano dunque Los Angeles e la sceneggiatura non dimentica i locali jazz, i poliziotti corrotti, il commissario dai metodi violenti (a cui Gérard Depardieu si dedica comunque con passione) e le donne fatali (Asia Argento).
Meno sentito di un vero film di Marchal, ne sembra un po' una copia meno appassionante e ben costruita. Eppure é proprio questa sua mancanza di spunti originali a mostrare la forza del genere poliziesco francese. Se la macchina da presa si muove perpetuamente come in una fiction, la pellicola di Béhat é comunque un polar autentico, nel senso letterale del termine. Nel rispettare tutte le logiche del genere indica come questo sia superiore al caso particolare.
Diamant 13 é allora uno di quei film dove si trova tutto quello che si stava cercando, pur lasciando la sensazione che forse si poteva avere anche qualcosa di più.