Zoe non ha trovato l'uomo giusto, ma sente che l'orologio biologico per sta per scoccare e decide di fare un figlio da sola, con una provetta e un po' di fortuna. Peccato che ciò avvenga giusto un attimo prima di incontrare Stan, che dell'uomo giusto ha tutto l'aspetto e le intenzioni. Dopo aver testato la sperata alterazione dei propri ormoni, però, Zoe pare non finire mai di testare la convizione di Stan e il suo livello di coinvolgimento nel progetto famigliare.
La tempistica non è il suo forte, ma Jennifer Lopez ha dalla sua una gran "fortuna", si sa. Il film ci scherza su, complici le dimensioni e le licenze che la gravidanza richiede e permette, e in questo lato un poco trash ma anche veritiero c'è tutto il carattere del film, il suo bene e il suo male. Si gioca di accumulazione - a partire dal numero dei neonati - e di esagerazione - la nonna ottuagenaria che si fa corteggiare per ventidue anni da un fidanzato più vecchio di lei - per raccontare una piccola parabola sull'accettazione, apparentemente insofferente ai comandamenti estetico-morali della commedia rosa ma in ultima istanza fedelissima e non priva di ambiguità.