La descrizione dell'ambiente sui titoli di testa e la stessa struttura linguistica del film divengono segni della dimensione di un confine estremamente sottile tra la pura e semplice 'presenza' di un fantasma e la fragilità psicologica di una donna che ha visto il male provenire da chi avrebbe dovuto proteggerla e ora rischia di temere di legarsi a una figura maschile. I continui neri che intervallano la narrazione non servono tanto a ricordarci che stiamo comunque vedendo un film o a dividere in capitoli il racconto sul piano visivo. Hanno piuttosto la funzione di ricordarci ogni volta il lato oscuro della mente della protagonista con il quale si debbono fare i conti come spettatori.
È proprio agli spettatori che il regista si rivolge chiedendo loro di avere pazienza, di saper leggere i segni che vengono lasciati sul cammino in attesa di una progressione che vedrà entrare in campo elementi inattesi che lasceranno comunque intatta la sensazione di aver assistito a qualcosa di più di una banale storia di fantasmi.