Nella Scozia del primo Ottocento, l'Illuminismo europeo si rifrange all'interno di una società in cui il popolo si entusiasma di fronte alle esecuzioni sommarie di piazza e i medici davanti alle dissezioni dei cadaveri negli atenei. I due più importanti anatomisti di Edimburgo, il dottor Knox e il dottor Monroe, hanno approcci scientifici e appoggi politici alquanto diversi. Quando il più tradizionalista Monroe impiega le sue conoscenze per far emanare un'ordinanza che gli accorda l'utilizzo di tutti i cadaveri "freschi" di esecuzione, il dottor Knox si trova costretto a tenere le sue lezioni con i corpi in putrefazione sottratti dai profanatori di tombe. Ma alla domanda di un mercato in crisi risponde l'offerta fornita da William Burke e William Hare, due truffatori provenienti dall'Irlanda del Nord che dapprima vendono a Knox dei conoscenti morti per cause naturali e, successivamente, si improvvisano assassini seriali.
"Questa storia è ispirata a fatti reali, tranne quelli che non lo sono". Fin dai titoli di apertura, il ritorno di John Landis al cinema dichiara la sua sincera disonestà e pone un esergo fulminante per tutti i film autoproclamanti verità storica. In questa semplice frase c'è già un programma di lavoro: un incrocio fra storia e leggenda, scienza e fantasia, in cui si può leggere tanto un omaggio alla migliore tradizione del romanzo gotico britannico, quanto molte delle peculiarità del cinema di Landis. Se, forse a causa del digiuno prolungato dalla produzione per il cinema, il suo stile pare aver perso la concitazione anarchica e dirompente delle sue sequenze d'azione di un tempo, la scrittura di Piers Ashworth e Nick Moorcroft (i due sceneggiatori che hanno rivitalizzato il culto del liceo St. Trinian's in Gran Bretagna) costringe comunque Landis a tenere il passo con situazioni farsesche e aforismi witty.