Andy, la nuova arrivata alla Maryland School of the Arts, ha pochi mezzi ma un obiettivo fermo: partecipare a "the Streets", la più importante competizione di ballo hip-hop di Baltimora. Anche Chase, il ragazzo più ricco e concupito dell'istituto, sogna quella gara, per distinguersi dagli altri e sfidare le convenzioni della scuola. Insieme, vanno a caccia di talenti misconosciuti e formano una "crew", all'insaputa di Blake, fratello di Chase e rigido direttore della MSA.
Il soggetto di Step Up 2 sembra costruito sul riflesso del primo capitolo, come se anche la sceneggiatura fosse ricorsa ad uno specchio, elemento chiave della scenografia dei film sul ballo. Nel film diretto da Anne Fletcher, il protagonista era un ragazzo bianco proveniente da un ghetto di neri (Tyler/Channing Tatum), catapultato, per caso e per amore della prima ballerina, nel milieu della scuola d'arte, moderna versione dell'inarrivabile accademia newyorkese di "Fame". Qui, Andie viene dallo stesso quartiere, ha lo stesso viso pallido e la stessa grinta. Proprio grazie all'intercessione di Tyler, anche lei capita nella scuola d'élite e s'imbatte nel primo ballerino, ribelle e insoddisfatto. Se Tyler combatteva per essere ammesso, Andie lotta per non essere estromessa; se il primo portava la break-dance sui palchi dabbene, la seconda porta gli studenti dabbene per le strade buie di periferia. Ma, nonostante lo schematismo del plot, non c'è dubbio che il numero due si situi effettivamente un "passo" avanti rispetto alla pellicola apripista.