Tornato a vivere dai genitori dopo la rottura con la fidanzata, Art si divide tra un centro in cui aiuta persone affette da handicap, un lavoretto in un supermercato e la frequentazione degli amici Ronny e Nikki. Giovane depresso e musicista incompreso, le sue ballate non hanno il riscontro sperato, legge un manuale di auto-aiuto e finisce con l'assumere il suo autore, il dottor Ellington, come coach personale grazie ad una somma di denaro ereditata da uno zio.
Uno sguardo registico delicato e un'ambientazione accattivante, quella di una Londra upper class dai toni pastello, rendono l'esordio di Oliver Irving un racconto attraente per buona parte degli spettatori e non soltanto destinato ai più giovani come la presenza di un Robert Pattinson alle prime armi indurrebbe a credere. Nella sceneggiatura, opera dello stesso regista, si riscontra, infatti, l'acume necessario ad aggirare la gabbia rassicurante e stantia del teen-movie laddove si avverte la voglia reale di smontare, pezzo per pezzo, le supposte insicurezze di una generazione che fatica a interfacciarsi con la quotidianità.