2048: il pianeta sta per essere sommerso dagli oceani. Il "Nuovo Vaticano" lotta contro la progressiva crescita delle acque e ingaggia la famiglia Kubiak, esperta nel riportare a galla tesori sommersi, per recuperare lo scettro con cui Mosè, in fuga dall'Egitto, divise il mare. I Kubiak, però, sono contrastati nella loro ricerca da un oligarca russo che mira al prodigioso manufatto per asservire il mondo.
Il film benché abbia un'ambientazione da genere catastrofico, è da considerarsi d'avventura. Innumerevoli sono, infatti, gli inseguimenti (nell'occasione non su macchine ma su moto d'acqua) le botole, i passaggi segreti e le trappole in cui incappano i protagonisti. Senza contare i rompicapi e i misteri da svelare per salvare il mondo. Immancabili, poi, gli intrecci d'amore che nel finale si dipanano nell'ovvio lieto fine.
Prodotto per la televisione, I Predatori della città perduta risulta una copia sbiadita degli ultimi film di Nicolas Cage (Il mistero dei Templari, Il mistero delle pagine perdute) che ricalca pari pari, ad eccezione dello scenario apocalittico. Peccato che qui manchino gli ingredienti principali di un buon film d'avventura, ossia brillantezza nei dialoghi e suspense. La quantità delle scene prevale, infatti, sulla qualità e la scenografia grossolana ben s'accompagna ad effetti che di speciale han poco.