Buenos Aires, 1977. Claudio Tamburrini è un giovane portiere professionista. Un giorno di dicembre viene prelevato da una squadra di militari in borghese e rinchiuso in un centro di detenzione clandestino. Sospettato di appartenere a un'organizzazione che si oppone alla dittatura militare, viene sottoposto a feroci torture. Dopo 120 giorni di detenzione illegale nella Mansiòn Seré, la casa degli orrori alla periferia di Moron, decide di fuggire con altri tre compagni. Nudi e ammanettati riusciranno nell'impresa il 24 marzo 1978.
Ispirato alla drammatica vicenda di Claudio Tamburrini, avvenuta nella Buenos Aires degli ultimi anni Settanta, e trasposto dal suo romanzo "Pase Libre - La fuga de la Mansiòn Seré, il film di Israel Adriàn Caetano è una radiografia inquietante della brutalità della violenza di stato e insieme un saggio per immagini sulla "banalità del male". Tra il 1976 e il 1982, durante la dittatura militare argentina, migliaia di cittadini sono stati torturati, gettati vivi in mare e fatti sparire. Oggi i responsabili di questi crimini sono liberi e indifferenti al dolore delle mamme dei desaparecidos. Partendo da un'esperienza storica precisa, l'infamia dei sommersi, il regista ricostruisce la vicenda dei salvati, quattro uomini sopravvissuti per raccontare la violenza esercitata sul singolo individuo.