Siamo in Sudafrica in piena apartheid: Patrick Chamusso lavora come operaio in una raffineria di petrolio, è padre di due bambine e, nonostante tutto, vive tranquillo con la propria famiglia. Dopo un attentato agli impianti però, viene però accusato di essere un terrorista e imprigionato. Nonostante la sua innocenza, si dichiara colpevole allorquando la moglie viene torturata brutalmente. Liberato dal poliziotto Vic Nos, che lo aveva erroneamente fatto incarcerare, Patrick, una volta libero, perde tutto: famiglia, amici, figli, e decide così di entrare attivamente nell'African National Congress...
Ispirato a una storia vera, Catch a Fire è un bel film storico/politico, capace di rappresentare con sobrietà ed efficacia il clima opprimente del Sudafica prima dell'abolizione dell'apartheid. Noyce, abile nel passare dalle grandi produzioni hollywoodiane a film più intimi e sentiti come questo, gioca sul dualismo tra i due protagonisti, interpretati efficacemente da Tim Robbins e Derek Luke, quest'ultimo vera rivelazione e piacevole sorpresa.
Se il protagonista vive la sua discesa all'inferno con una sorta di ingenua rassegnazione, che subisce un drammatico scossone quando si rende conto che la moglie ha subito terribili torture, è il personaggio di Vic Nos a offrire i maggiori spunti di riflessione: poliziotto tenace e irreprensibile, combatte una battaglia persa in partenza, sicuramente ingiusta, ma che non può esimersi dal portare avanti fino alle estreme conseguenze. La notevole sceneggiatura, scritta da Shawn Slovo, figlia di un'importante figura storica del movimento anti-apartheid, Joe Slovo, ha il pregio di non esibire le evidenti differenze tra bianchi e neri con il manicheismo che sarebbe pure giustificabile, ma concentra le sue attenzioni sulle piccole cose, le abitudini, i rituali quotidiani che vengono spazzati via dalla follia dell'apartheid, che crea un clima di instabilità e di tensione permanente. Bellissima, in questo senso, la sequenza finale, che vede finalmente insieme i due Chamusso (quello "vero" e colui che lo interpreta) divertirsi e giocare a calcio: il Sudafrica ha oggi ancora problemi enormi, ma almeno l'apartheid è alle spalle.