Sei mesi dopo l'incidente di montagna che è costato la vita a sua moglie e gli ha provocato un grave infortunio alle gambe, Preston Rogers raggiunge un cottage circondato da una pittoresca foresta per trascorrervi un periodo di riposo. Mentre attende il ritorno del suo terapista allontanatosi in paese per fare acquisti, l'uomo, immobilizzato sulla sedia a rotelle, inganna il tempo spiando con un binocolo cinque ragazze che si sono date appuntamento per un fine settimana nell'abitazione vicina. Turbato dalla fulminea visione di una minacciosa sagoma animalesca che si aggira tra gli alberi, tenta di avvertire le ragazze e chiedere aiuto allo sceriffo Halderman. Ma la polizia non presta attenzione alla sua testimonianza e quando il massacro comincia, è tardi per correre ai ripari: il nemico dal quale difendersi non è un qualsiasi maniaco omicida, ma un furioso Bigfoot, il primordiale abitatore dei boschi creduto fino a quel momento fantasioso parto di stravaganti leggende e superstizioni locali. Introdotto da un prologo che anticipa le scorrerie del mostro e chiuso da un inquietante finale che ribalta l'apparentemente felice conclusione della vicenda, Abominable è un riuscito thriller orrorifico orchestrato, con crescente tensione, su uno spunto direttamente ispirato al celebre La finestra sul cortile di Alfred Hitckock. Alla indovinata scelta degli interpreti - il cast, oltre al protagonita Matt McCoy (Memory Run, The Apocalypse), riunisce veterani del fanta-horror quali Jeffrey Combs, Lance Henriksen e Paul Gleason - si accompagnano la suggestiva partitura musicale di Lalo Schifrin (padre dell'esordiente regista Ryan Schifrin) e le apparizioni del Bigfoot, scandite con calibrato tempismo e sufficientemente terrorizzanti.