Benjamin Fiedler è un tredicenne che adora giocare con i videogames, è attratto dalle sue compagne di classe ma, allo stesso tempo, ne è terrorizzato e combina dei piccoli guai con i suoi amici. Soprattutto, Benjamin è alla vigilia di un importante momento della sua vita: il Bar Mitzvah, il rito ebraico che segna il passaggio dalla fanciullezza all'età adulta. Un appuntamento reso problematico dalle implicazioni sociali che comporta, ovvero dover salmodiare in ebraico davanti alla comunità e la grande festa, per la quale dovrà dimostrare di aver speso almeno tanto quanto quella del suo amico Zachary Stein, protagonista di un Bar Mitzvah in stile Titanic. Nei Fiedler scatta la molla della competizione e l'unico modo che Benjamin architetta per bloccare la frenesia dei genitori è di invitare a casa, con due settimane di anticipo sulla data della festa, il nonno hippy che il padre non vede da 26 anni.
Al passo con gli Stein non riesce a mantenere nessuna delle ilari promesse che la sua trama sembra delineare. Durante i quasi 100 minuti di durata della pellicola sono rare le occasioni per una risata, tutte le battute sono tirate via di fretta senza riuscire a colpire lo spettatore. La trama si riduce ad un trito conflitto tra genitori e figli, ad un nipote che scopre le qualità del nonno, ad un figlio che ritrova il padre.