Un mostro marino, la cui nascita è probabilmente imputabile allo smaltimento abusivo, avvenuto anni prima, di agenti inquinanti da parte di un'equipe di scienziati, emerge dal fiume Han, a Seul, attaccando e uccidendo i villeggianti intenti a godersi una bella giornata di sole: la creatura mutante, dopo aver mietuto numerose vittime, prende prigioniera una bambina, Hyun-seo. Nonostante l'intervento militare americano, che finirà per fare più danni che altro, sarà la disastrata famiglia della piccola a risolvere la situazione...
L'impatto con The Host è al tempo stesso spiazzante ed esaltante. Sulla carta, la pellicola di Bong Joon-ho, sembra un classico "b-movie con mostro gigante e assassino", ma mano a mano che passano i minuti, lo spettatore si rende conto di stare assistendo a uno spettacolo completamente diverso. Lo splendido script infatti, permette al film di cambiare registro narrativo con una velocità che lascia senza fiato: commedia, tragedia, azione, riflessione politico-sociale, tutti elementi mischiati assieme e atti a ottenere un genere nuovo e inclassificabile. Bong Joon-Ho, oltre che abile sceneggiatore, si dimostra regista talentuoso, capace di regalare sequenze visionarie e memorabili (il primo attacco del mostro, l'arrivo sulla scena dell'arciera Bae Doo-na, l'inquietante finale), mentre l'eccellenza degli effetti speciali made in Weta, la peculiarità della colonna sonora e la perfetta interpretazione di tutto il cast fanno il resto. Sottesi, ma non troppo, molti temi scottanti e attuali: l'ambiente e la sua distruzione da parte dell'uomo, l'onnipresenza militare americana, il ruolo politico della Corea del Sud nello scenario globale, l'ottusità dei governi. Sopra ogni cosa, la speranza, incarnata da una famiglia di losers che lottando contro tutti e tutto, salva il mondo. Fino all'arrivo della prossima creatura...