Il detective Lorenzo Council è chiamato a investigare sul rapimento del figlio della signora Brenda Martin. La donna è single e bianca. Il poliziotto è un uomo di colore. Brenda si presenta in ospedale insanguinata e in stato di shock: sostiene che un uomo le ha rubato l'auto, sul cui sedile posteriore c'era il suo bambino di quattro anni. Sullo sfondo di una silenziosa protesta da parte di alcune madri che prima di Brenda hanno sofferto la scomparsa dei propri figli, il detective Council porta avanti l'indagine iniziando a non credere del tutto alla versione della donna. Nella cittadina di Dempsy i neri sono in maggioranza e il fatto che dell'accaduto venga accusato proprio un afroamericano complica la situazione e la ricerca della verità nasconderà molto di più di quanto ci si immagini... La cinematografia, soprattutto quella americana, è satura di film che affrontano il tema della questione razziale, ma - come l'attualità dimostra - si tratta di una ferita ancora aperta. Il thriller di Joe Roth non aggiunge molto a ciò che si conosce già: la regia è attenta, ma televisiva; la sceneggiatura è ben costruita, ma non del tutto originale. I punti di forza sono Julianne Moore e Samuel L. Jackson: la bellezza della Moore è qui svilita per una parte che presenta molte sfumature e conferma i dubbi e Jackson - anche lui in bilico tra dannazione e santità - ricopre un ruolo a lui congeniale. Il colore del crimine, in fondo, non è mai nè del tutto bianco, nè del tutto nero. E sarebbe ora che nella "Freedomland" (questo il titolo originale della pellicola) si incominciasse a capirlo.