Salvatore è orfano e vive in Sicilia con la nonna Maria e la sorellina Mariuccia. Perduto il padre in un tragico incidente di lavoro, Salvatore si fa carico delle responsabilità e degli oneri dimenticando molto presto il gioco e la scuola. Salvatore pesca in mare, coltiva i pomodori in campagna, gestisce le faccende domestiche e ogni notte racconta le favole alla sorellina. Marco Brioni, un giovane maestro trasferitosi da Roma, incuriosito dalle assenze frequenti decide di indagare. I sopralluoghi dell'insegnante, prima saltuari poi regolari, stabiliranno un contatto con il bambino, favorendo il suo apprendimento e la nascita di un sentimento filiale.
È la prima volta che la Buena Vista International produce un film italiano, è la prima volta che Gian Paolo Cugno dirige un lungometraggio ed è la prima volta che Alessandro Mallia, il piccolo Salvatore, ne interpreta uno. I meriti di questo film vanno naturalmente ben oltre il primato dei debutti e si combinano con altrettanti esordi felici e italiani sullo stesso tema, la relazione affettiva tra un adulto e un bambino, e sullo stesso valore, la difesa dei diritti dei bambini. Perché è attraverso i loro occhi che vede (chiaro) il nuovo cinema italiano, quello di Antonio Capuano con La guerra di Mario e quello di Kim Rossi Stuart col suo Anche libero va bene. Quasi volesse procedere con ordine ed essendo lui stesso "fanciullo" trovasse naturale cominciare proprio da un bambino. Il legame tra l'adulto e il bambino trascende il tipo di unione, sia questa naturale, come nel film di Rossi Stuart, o adottiva, come in quello di Capuano e Cugno, esprimendo esclusivamente un desiderio di libertà. Il maestro Brioni, interpretato da Enrico Lo Verso, già amorevole "ladro di bambini" per Amelio, educando alla libertà (della crescita) il piccolo Salvatore è a sua volta liberato (dalle pressioni sociali). Il suo personaggio rompe gli schemi, smette le regole del dovere per seguire l'istinto, lascia l'aula per portare la scuola a casa di Salvatore, sulla barca di Salvatore, tra i pomodori di Salvatore, tutelando la disposizione del fanciullo verso il mondo e verso se stesso. La prima stella a destra è per Alessandro Malli, la seconda per il regista e la terza per un cast di "adulti" eccellenti: il grossista Timpaliscia di Giancarlo Giannini, il bidello claudicante di Ernesto Mahieux e il direttore della scuola di Gabriele Lavia, giusto e indulgente come nel "Cuore" di De Amicis.