Henry "J" Jekyll e Mary Glover, due studenti di medicina del St Joseph's College, lavorano segretamente in laboratorio ad una droga sintetica derivata dall'Ecstasy con l'obiettivo di scoprire un rimedio alle infinite depressioni che affliggono l'uomo moderno. Quando Mary perde la vita a causa di una overdose, Jekyll, superato lo shock, si ostina a continuare gli esperimenti sulla propria persona, cadendo vittima di un grave disordine psichico che lo spinge, inconsapevolmente, a calarsi nella personalità di un maniaco omicida. Gli efferati delitti che funestano il College e che vengono attribuiti ad un fantomatico Mr. Hyde, pongono finalmente il giovane di fronte alle proprie colpe. Potrà Jekyll sfuggire ai sospetti di Martha Utterson e Lanyon, suoi amici e compagni di università? Potrà liberarsi dalla schiavitù di quella terribile droga e dei suoi incontrollabili effetti? Ovviamente, no. Il debuttante Nick Stillwell rilegge in un contesto contemporaneo il classico racconto di Robert Louis Stevenson rimodellandone i personaggi su un gruppo di studenti, brillanti e talora geniali, tutti attaccati allo studio, alle droghe, alle discoteche e quasi nessuno del tutto privo delle inibizioni e delle pose tipiche dei vent'anni. La storia, sviluppata attraverso i video-diari nei quali il giovane Jekyll annota le sue imprese, non mette in scena - e ciò può suscitare qualche legittimo disappunto negli spettatori - la rituale mutazione fisica del protagonista: quando diventa Hyde, Jekyll è soltanto un po' più spettinato e non ha bisogno di occhiali da vista.