Che colore hanno i giardini in Autunno? Vincent, uomo potente ed elegante, amante delle belle donne e del buon vino, scarica lo stress restandosene semplicemente con la testa in giù e i piedi per aria. Quando viene cacciato dal Ministero - per le proteste che imperversano in tutta Parigi - viene sostituito da Théodière, nuovo e avido Ministro che provvede a sostituire tutti gli oggetti del suo predecessore prima di insediarsi nel nuovo studio. Cambia sedie, poltrone, scaffali, ma anche i posacenere e i telefoni, pronto a ricoprire al meglio il suo ruolo e a restare in carica il più possibile. È il momento per Vincent di iniziare una nuova vita e - proprio quando la fortuna e il prestigio sembrano averlo abbandonato - si lascerà andare alla semplicità del vivere comune.
In un mondo eclettico e sognante, torna il maestro georgiano con un capolavoro popolato da personaggi goffi e sbadati, tratteggiato da quegli eroi negativi che da sempre caratterizzano il suo cinema. Venditori ambulanti di pellicce, artisti di strada, musicisti, rabbini alcolizzati, una vecchia madre che risponde al nome di Michel Piccoli, impeccabile e divertente in vesti femminili. Una favola dolce e ottimista, una metafora dell'avidità del potere e della riscoperta della semplicità. Un ghepardo, un tucano, la statua della Venere per raccontare la caducità delle cose, l'inizio e la fine di un coloratissimo universo, come la magistrale scena iniziale in cui un gruppo di anziani contratta sul prezzo delle bare. La vita è sempre possibile, quando si ha a disposizione qualcosa da bere. I giardini, in autunno, hanno il colore del cinema.