Alex Rider è, apparentemente, un quattordicenne come tanti altri. Quando lo zio, agente segreto, muore misteriosamente, l'MI6, agenzia supersegreta al servizio di sua Maestà, affida proprio al giovane nipote il compito di scoprire chi e cosa si nasconde dietro al delitto.
Stormbreaker si pone esattamente a metà la serie di Spy Kids e la saga immortale di James Bond (fatte, in quest'ultimo caso, le debite proporzioni). Della prima ha infatti il pregio di non prendersi troppo sul serio, dalla seconda, com'era prevedibile, attinge mille cliché e colpi di scena che cinquant'anni di cinema di spionaggio hanno un po' annacquato.
Il cast, piuttosto eterogeneo e pittoresco, nel suo riunire vecchie glorie del cinema passato (un sublime Mickey Rourke), star affermate del presente (Ewan McGregor, anche se il suo è un mero cameo) e giovani ex-stelle cadute velocemente in disgrazia (Alicia Silverstone, che una manciata di anni fa aveva il mondo ai suoi piedi), è simpatico e riesce a coinvolgere e divertire il pubblico. Nota di merito poi, per il giovane protagonista, che potrebbe avere davvero un bel futuro davanti a sé. A supportare la sceneggiatura, è da segnalare un discreto campionario di effetti speciali che rendono più vivace una messa in scena altrimenti piatta e una regia che non dimostra guizzi particolari, particolare che non stupisce, visto il pedigree del regista. Difetti e ingenuità a parte, Stormbreaker resta comunque un valido e più che discreto intrattenimento per tutti e dovrebbe essere apprezzato particolarmente dagli under 18.