Giorgio Molteni e Daniele Santamaria Maurizio provano a ricostruire pezzo per pezzo le dinamiche che hanno condotto a quel 2 agosto e la fitta rete di connivenze che ha fatto da sfondo, e da mandante, alla tragedia. Mescolando scene di finzione a materiali di repertorio i registi riproducono il clima infiammato di quegli anni, fornendo una grande quantità di dettagli che sono evidentemente il frutto di una ricerca approfondita da parte di Molteni e Santamaria Maurizio nonché dello sceneggiatore Fernando Felli. La resa artistica di Bologna 2 agosto... i giorni della collera non è tuttavia all'altezza dell'impegno profuso nell'opera di documentazione degli eventi. Lo stile "sporco" della regia, che vorrebbe richiamare quello del cinema di fine anni Settanta, risulta datato e insufficiente a suggerire uno sguardo nuovo e originale su un periodo storico di difficile decodificazione. I dialoghi sono spesso didascalici e declamatori, la recitazione è rigida e retorica, il commento musicale sottolinea ogni scena con enfasi eccessiva.
Se da un lato va lodato il coraggio di Molteni e Santamaria Maurizio nel mettere in scena con dovizia di particolari quegli eventi del nostro passato recente che il cinema italiano (salvo rare eccezioni) ha colpevolmente evitato, dall'altro la scelta del tema e l'onesta delle intenzioni non giustificano una confezione così pedissequa. Manca, soprattutto, un punto di vista forte che non si limiti alla successione temporale degli accadimenti ma tenti un'interpretazione storica dei fatti, fornendo una chiave di lettura che vada oltre la testimonianza documentaria. A fine visione abbiamo sì raccolto molte informazioni interessanti, ma non sappiamo nulla di più di quanto le analisi storiche e mediatiche ci abbiano già raccontato: mancano una visione autoriale e una forma filmica che sappiano elevare la narrazione al di sopra del mero resoconto fattuale e dare profondità e rilevanza attuale ad una storia che condiziona pesantemente il nostro presente e, quel che è peggio, rischia di ripetersi.