Se la legge e il senso comune contrastano tra loro, è possibile sovvertire L'ordine delle cose? La domanda tormenta il povero Corrado (Paolo Pierobon), un alto funzionario del Ministero degli Interni italiano specializzato in missioni internazionali contro l’immigrazione clandestina. A lui viene affidato il delicato compito di arginare i viaggi illegali dalla Libia verso l’Italia, conciliando la realtà di un Paese attraversato da profonde tensioni intestine, la Libia post-Gheddafi, con gli interessi italiani ed europei. Corrado fa il suo lavoro, e lo fa bene come al solito: stringe mani, incontra colleghi italiani e francesi (tra i quali Luigi, Giuseppe Battiston), si muove tra le stanze del potere, porti e centri di detenzione per migranti. Ma commette un errore imperdonabile. Si lascia coinvolgere nelle vicende personali dell'ostinata Swada, una donna somala che sta cercando di scappare dalla detenzione libica e di attraversare il mare per raggiungere il marito in Europa. La missione di Corrado, incentrata sui numeri e non sulle persone, apre al lato umano della questione. La storia di Swada sfiora la coscienza dell'irreprensibile funzionario, adesso combattuto tra l'adempimento del suo dovere e l'istinto di aiutare qualcuno in difficoltà.