L'11 settembre 2003, all'età di 38 anni, Salvatore Crisafulli fu travolto, a Catania, da un furgone insieme al figlio, che stava accompagnando a scuola. La diagnosi è di stato vegetativo post-traumatico. Dopo le prime cure nei reparti di rianimazione all'ospedale di Catania e Messina viene trasferito, a causa della mala sanità siciliana, in Toscana a casa del fratello Pietro, in attesa di essere ricoverato presso un centro di Imola perché necessitava di urgenti cure riabilitative. Ricovero che non ottenne mai, né a Imola né presso altre strutture. A casa di Pietro, curato e amato e mai abbandonato dai suoi cari, avviene il risveglio. Quando Salvatore si sveglia, si rende conto che tutti lo ritengono incosciente, compresi i suoi familiari. Vive così la drammatica esperienza di non poter comunicare, intrappolato dentro il suo corpo, mentre riesce a sentire perfettamente tutto ciò che viene detto, comprese le parole dei medici che sostengono che il movimento dei suoi occhi o il suo pianto sono soltanto riflessi incondizionati involontari...