Due opere della pittura italiana raccontano come sono riuscite a uscire indenni dalla Seconda Guerra Mondiale, senza essere per nulla intaccate. A salvaguardare queste e molti altri ritratti sono stati un gruppo di giovani funzionari italiani delle Belle Arti, che, nonostante il loro coraggio e la loro dedizione, sono rimasti nell'ombra fino a poco tempo fa. Hanno tenuto lontano i capolavori dai bombardamenti, tenendoli nascosti in luoghi al di fuori delle città prese di mira; poi, dopo l'armistizio, li hanno protetti dall'avanzare della linea del fronte e da possibili razzie.
Tra gli umili eroi che hanno messo al riparo questi quadri e hanno agito dietro le quinte del conflitto ci sono: Pasquale Rotondi, che in due rifugi nelle Marche mise in salvo migliaia di opere del Nord Italia; diversi i funzionari ministeriali, come Lavagnino, Argan, Lazzari, che quando nessun posto in Italia era più sicuro, riuscirono a ricoverarne una parte all'interno del Vaticano; le giovani studiose, Palma Bucarelli e Fernanda Wittgens, che, mettendo a rischio le loro stesse vite, hanno salvato i capolavori loro affidati.
Un tentativo di salvaguardare l'arte dell'intera nazione, dalle opere d'arte napoletane, portate via da Montecassino, ai capolavori dei musei fiorentini, trafugati dai nazisti e recuperati prima che passassero il confine.