L'educazione di Rey, il film diretto da Santiago Esteves, segue la storia di Reynaldo, detto “el Rey” (letteralmente, “il Re” (Matías Encinas), un giovane che vive ai margini della società e che, tra enormi difficoltà, fatica a trovare la sua strada nella realtà periferica argentina.
Dopo essere stato allontanato dalla casa materna, Rey si mette alla ricerca del fratello maggiore Josué per chiedergli di aiutarlo a trovare una sistemazione. Josué, però, vive con un amico che lavora per un grosso criminale della malavita di Mendoza, con la tacita collaborazione della polizia corrotta. Se Rey vuole andare a vivere con loro, deve aiutarli a realizzare un furto rischioso.
A nulla servono le proteste di Josué, che non vuole coinvolgere il fratello piccolo in questo giro criminale. Rey accetta lo stesso ma la sera del colpo qualcosa va storto. Josué e il suo il suo giovane complice vengono catturati da una volante della polizia. Rey, invece, riesce a scappare con la refurtiva. Durante la sua fuga tra i tetti delle case che popolano il quartiere periferico in cui è ambientata la storia, Rey cade nel giardino di Carlos Vargas (Germán de Silva), una vecchia guardia giurata, e gli distrugge la serra. Quest’ultimo, prima lo ammanetta, ma poi decide di proporgli un accordo al mattino seguente. Il giovane Rey dovrà riparare con le sue mani la serra che ha distrutto e in cambio Carlos non lo denuncerà. Tra i due nasce un rapporto quasi filiale, fatto di tenerezze e insegnamenti. Intanto, al di fuori delle mura domestiche di Carlos, la criminalità organizzata vuole vendicarsi e inizia a cercare il giovane Rey, colpevole secondo loro di averli traditi.